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Gotham merita di essere salvata?

di Daniel Patrick Welch

(6/05)

L'estate è arrivata. Le soffocanti ajaja (ndt: particolari tempeste di sabbia in Iraq) di Bagdad ricoprono tutto con uno strato di polvere giallo chiaro e intanto, al quartier generale imperialista, l'effetto soporifero del botteghino estivo blandisce gli americani fino a farli riaddormentare. La nostra attenzione diminuisce e le coscienze si placano fino ad arrivare al compiacimento, in contrasto con le soffocanti tempeste di sabbia sumere. Rilassatevi e godetevi il popcorn in questa bolla artificiale di beatitudine mossa dal petrolio, avvolti dall'aria condizionata, mentre all'esterno la bolla di sapone mostra segni di cedimento. Batman Begins fa il proprio debutto in questa atmosfera: sebbene nessun fumetto sia in grado di catturare il macabro spettro di un'America in declino, la morbosa rappresentazione fornitaci da Chirstopher Nolan è ben più di una semplice fantasia.

All'osservatore più astuto non saranno sfuggite le tragiche implicazioni per la coalizione al governo di Gotham. Il potere criminale è sorprendentemente vulnerabile, persino ai più alti livelli: perlomeno nella magia cinematografica. L'elite criminale di Gotham, avendo messo le mani su ogni ramo del potere, ha minuziosamente corrotto ogni livello di ordine sociale, popolandolo di politicanti e macellai sensibili solo al denaro, al potere e all'illimitato abuso di entrambi, a tal punto che ai comuni cittadini non resta altro che ritirarsi impauriti. Il compito di salvare la degenerata Gotham da se stessa, contro tutti i pronostici, è affidato ad un supereroe, un procuratore distrettuale e all'unico poliziotto non corrotto.

I parallelismi con l'America di Bush sono inconfondibili. La coalizione di Bush, avendo ottenuto il controllo sui tre rami del governo, su una stampa compiacente e adulatrice e sugli americani ormai troppo impauriti, stupidi o avvolti nell'oblio per riuscire a pensare, sembrerebbe pronta a costruirsi un castello in aria alto fino al cielo. E quel che è peggio è che i portavoce del partito di "opposizione" fanno le loro apparizioni per rassicurare le esauste masse di Gotham, predicando che loro avrebbero fatto le cose diversamente: Bush avrebbe dovuto dare ascolto ai generali che gli dicevano che avrebbe avuto bisogno di più truppe. Ho capito: sono contro la guerra, ma al tempo stesso sostengono che sarebbe dovuta essere più imponente. Cosa? Gary Oldman è forse l'unico cittadino che non prende bustarelle? Chi può digerire queste stronzate?

Eppure non fila tutto liscio per quei criminali che affollano i palazzi del potere di Gotham, di cui parleremo in seguito. Un nuovo antagonista fornisce una svolta ben più interessante: la Lega delle Ombre ha deciso che Gotham non merita di essere salvata e pertanto deve essere distrutta. Il caos distruggerà il fascino di Gotham una volta per tutte, permettendo a qualcosa di nuovo e di più puro di sorgere al suo posto.

Il notevole acume di questa astuta analogia sta nel fatto che la discussione se Gotham meriti o meno di essere salvata ha luogo solo tra Batman ed il suo mentore, ora nemico, impersonato da Liam Neeson. E mentre a Gotham, corrotta nell'anima, la vita scorre tra le solite fatiche quotidiane, nessuno nella bolla è consapevole del fatto che il dibattito è andato oltre gli stanchi dettagli di ciò che viene passato per vita nella Pancia della Bestia.

Analogamente, gli americani si fanno ancora prendere in giro dalla scandalosa parata di telegiornali che esplorano gli intricati dettagli della vita privata di Michael Jackson, ignorando completamente quell'imbecille bugiardo del loro presidente e gli infiniti crimini commessi da reggenti non eletti che ora, in qualche modo, esercitano il potere di stato al suo fianco. I mezzobusto si dilungano sull'(in)opportunità del commento di Dick Durbin che paragona i campi di concentramento di Guantanamo a quelli dei nazisti. A parte il fatto che per definizione le analogie storiche sono sempre sbagliate, le sole analogie "accurate" sono quelle matematiche del tipo 1 sta a 2 come 2 sta a 4 e così via. L'unica vera colpa di Dick Durbin è quella di aver illuminato il mondo al di fuori della bolla, dove gli americani non sempre vengono visti come i buoni.

Ma gli americani continuano a comportarsi come sempre, ignari dell'odio che monta nei loro confronti. Gli stranieri, quella rimarchevole eppure ancora umana specie di non americani, non condividono le stesse illusioni ed un giorno dovremo anche noi svegliarci e affrontare la realtà, ossia che il dibattito è già da tempo andato oltre il nostro ristretto mondo di spose fuggiasche e guerre epurate ed incruente. Senza il filtro della censura, tutti questi orrori vengono visti sotto una luce differente: la luce del giorno, la luce della verità, anziché attraverso ciò che vogliono farci credere i costruttori di miti. Guantanamo, la distruzione di Fallujah, le torture di Abu Ghraib e Gabhram (sì, torture e non abusi, come vengono eufemisticamente etichettati nei resoconti della stampa americana, come se le torture fossero una sorta di genitori cattivi a cui far dare una tiratina d'orecchi dal Telefono Azzurro)… tutte queste immagini, che risultano confuse per coloro che vivono all'interno della bolla, costituiscono invece un quadro chiaro e coesivo per coloro che nel mondo ci osservano: l'immagine di una società che mira ad intimorire, una società fuori controllo e violenta in cui una manica di lunatici pericolosi e assetati di potere è al timone della Nave di Stato.

Poiché ho spesso il privilegio di vedere il mio lavoro tradotto, ho contatti con dozzine di paesi nel mondo che mi rammentano che la propensione degli americani ad ingannare se stessi sta barcollando verso il precipizio. Come tutte le bolle, anche questa è tanto fragile quanto trasparente. Io e mia moglie abbiamo assistito costernati mentre i nostri amici stranieri si ritiravano ad uno ad uno, scappando dalla loro America adottiva, sulla scia di questo sinistro presagio. Le elezioni sembrarono essere l'ultima goccia e persino i filo-yankee, disperatamente desiderosi di perdonare le persone, condannando invece il governo, hanno gettato la spugna. "Ora siete soli", sembrarono dire, e chi può biasimarli, mentre la vera domanda faceva capolino all'orizzonte (al di là della comprensione della maggior parte degli americani), ossia se Gotham meritasse o meno di essere salvata.

Eppure, così come per Gotham, neanche per Bush, per il suo Rasputin Karl Rove e la loro confraternita di bugiardi, ladri, truffatori e imbroglioni le cose vanno lisce. Vi è la sensazione che qualcosa sia sbagliato, profondamente sbagliato nella bolla di sapone dal copione così rigoroso che Bush si è creato, vi è una profonda sensazione che "tutto" sia finito... qualunque cosa si intenda per "tutto". Per coloro che ancora nutrono qualche dubbio, il paese è stato recentemente pervaso, da costa a costa, da un panico serpeggiante così forte da scuotere tanto libertari quanto comunisti, quando la Corte Suprema ha di fatto abolito la proprietà privata proprio nella culla del capitalismo. I municipi possono ora espropriare le case dei singoli cittadini per fare posto allo sviluppo del privato. La strada è dunque spianata (ebbene sì, proprio in senso letterale) per la beata monocultura di un inferno modellato a suon di architettura da giardino, una lunga serie infinita di Home Depot (ndt: catena americana che si occupa di arredamento) e centri commerciali, mentre i seccanti cittadini vengono messi in mezzo alla strada a suon di bulldozer (ebbene sì, proprio in senso letterale).

Non c'è da meravigliarsi se un sondaggio della CNN descrive gli americani come "spaventati a morte"; povero Jimmy Carter, se solo avesse usato anche lui queste parole dal suono così virile, piuttosto che la parola "malessere" che suona così debole, forse la gente gli avrebbe dato ascolto allora. Nonostante i meschini trucchetti di Rove, la gente continua a non essere convinta del fatto che la Previdenza Sociale debba essere usata per arricchire Wall Street. La working class americana ed i giovani appartenenti alle minoranze si stanno dimostrando molto più intelligenti dei pianificatori del Pentagono e di quanto sperassero quei sicari dei reclutatori. Bolton è un insulto per la caricatura che rappresenta, mentre i sondaggi in calo stanno provocando crepe sempre maggiori nella facciata di Bush. Ma quand'è che il troppo è troppo? Questa rabbia riuscirà mai ad esplodere e i cittadini di Gotham si mostreranno all'altezza della situazione? Oppure è ormai troppo tardi per Gotham? Si fanno sempre più forti le voci di impeachment, mentre i resoconti di Downing Street filtrano attraverso il sistema di sicurezza dell'oblio americano. Naturalmente l'impeachment serve a ben poco per criminali di guerra di questo calibro, ma è un punto di partenza necessario per la resa dei conti che dovrà arrivare se vogliamo che la razionalità prevalga. I film di denuncia come il documentario "Bush's Brain" cominciano ad acquistare credito e la mano sciagurata e illecita di Rove sulle leve del potere sta lentamente venendo alla luce. Quasi come un personaggio ospite della serie cartoni American Dad, Rove si concede apparizioni in qualità di sacerdote malefico, la cui presenza stessa è raggelante, che brucia in chiesa e si trasforma in uno stormo di pipistrelli quando "il lavoro è finito". Forse i cartoni animati non influenzeranno il potere dello stato, però... quel che è divertente è divertente

Al di fuori della bolla è più facile trovare cose positive. Ringraziando il cielo l'America Latina è in piena ribellione come mai è accaduto negli ultimi 25 anni. La rivoluzione del venezuelano Chavez poggia su riserve di petrolio recentemente scoperte, assicurando loro il sogno di poter usare la vasta ricchezza petrolifera del paese a vantaggio dei poveri oppure per invadere gli Stati Uniti, ma non per entrambe le cose. Incidentalmente il boicottaggio della Citgo effettuato per incoraggiare il sostegno a favore della politica di Chavez è stato attuato attraverso un'interessante e promettente campagna via internet. Gli elettori europei non sono rimasti favorevolmente colpiti dalla prospettiva di vedere implementata una globalizzazione sul modello NAFTA, ed hanno rigettato la politica neoliberale attraverso sondaggi decisivi sia in Francia che in Olanda.

Ad ostacolare ogni speranza, naturalmente, c'è il fatto che i tirapiedi di Bush non si lasciano assalire da insicurezze. Il ragazzo libanese del negozio ad angolo dice che persino Bush non è così stupido da iniziare un'altra guerra contro l'Iran. Ma la stupidità, gli faccio presente, non ha nulla a che vedere con questo. I responsabili di Bush hanno avuto il buon senso di andare a gettare le proprie basi tra i fanatici fondamentalisti del Giudizio Universale. Sordi alla ragione proprio come il loro sconsiderato e spavaldo leader, questi pericolosi pazzoidi sono così convinti di operare per conto di Dio che credono di poterlo fare meglio di Lui. Questi folli stanno di fatto cercando il biblico vitello da sacrificare sul Temple Mount. Compiango gli israeliani che tirano a sorte con questi cristo-fascisti dell'Armageddon. L'unico motivo per cui questi fanatici religiosi vogliono che Sion esista è per vederla consumare in una palla di fuoco mentre loro, i Prescelti, vengono chiamati vicino al loro Creatore. Con amici come questi, chi ha bisogno di nemici? Considerando le cose sotto questa luce è più facile comprendere che siano pronti ad abbandonare ogni cautela, mentre il resto di noi è condannato a soffrire nel fuoco eterno.

Ma il vero motivo per cui ci si interroga è lo stesso per cui l'analogia nazista di Durbin fa fiasco. Tutti i superbi devono essere puniti con la cacciata dal paradiso. Roma è stata saccheggiata; i nazisti sono stati sconfitti, decisivamente e militarmente e tenuti sotto tiro attraverso la gestione di un potere mirato a scolpire una società "nuova", una società senza un esercito o ambizioni imperialiste. L'America non ha certo bisogno di essere ferita nell'orgoglio per riuscire a cambiare vita, sebbene la follia della cricca attualmente al governo possa scatenare scompiglio a sufficienza da cui imparare la lezione. Le sconfitte sciocche sono pericolose e non impartiscono insegnamenti duraturi. Una ricostruzione fallita non serve a riformare la "schiavitocrazia", bensì dà origine a secoli di linciaggi, al Klan e all'ondata più potente di terrorismo interno nella storia degli Stati Uniti. E dunque che accadrà? Riuscirà Gotham a salvare se stessa? Solo il tempo dirà se gli americani si risveglieranno e coglieranno l'opportunità di salvezza offerta da Batman, o piuttosto quella della Lega delle Ombre e di Liam Neeson.

© 2003 Daniel Patrick Welch. 
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Tr. di Tiziana

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Welch vive e scrive nella città di Salem in Massachusetts (USA) con la moglie Julia Nambalirwa- Lugudde. Insieme gestiscono la Greenhouse School. Scrittore, cantante, linguista e attivista, è stato ospite di programmi radiofonici [intervista disponibile qui] ed è disponibile per altre interviste. I suoi precedenti articoli e le relative traduzioni sono reperibili sul sito danielpwelch.com. Aggiungete un link al sito di Daniel Welch sulla vostra pagina!